Il 12 dicembre 2018, a Roma, Volta ha presentato il paper “La politica quantistica”, scritto da Giuliano da Empoli:

In Italia come altrove, i protagonisti della nuova stagione politica seguono lo stesso principio. Ogni giorno porta il suo coup d’éclat, la sua novità, la sua controversia. Non si fa in tempo a commentarne uno che già il prossimo ha preso il suo posto, in una spirale infinita che catalizza l’attenzione e satura la scena mediatica. In questo processo, coerenza e veridicità contano assai meno dell’ampiezza della fascia di oscillazione, che copre l’intero spettro delle opinioni, da quella che un tempo si sarebbe chiamata la sinistra radicale a quella che un tempo si sarebbe chiamata l’estrema destra. Senza alcuna pretesa di moderarli, né di trovare una sintesi, ma anzi radicalizzandoli per poi limitarsi a sommarli con la logica dello statistico che per raggiungere la temperatura media ottimale infila la testa nel forno e i piedi nel congelatore.

Questo fenomeno è legato all’avvento dei new media, che sta trasformando in profondità la dinamica stessa del gioco democratico. In passato, i leader politici disponevano di strumenti limitati per segmentare i propri elettori. Chiunque volesse aggregare un consenso maggioritario – e non solo di nicchia – era costretto a rivolgersi all’elettore medio con messaggi moderati, sui quali potesse convergere il maggior numero possibile di persone. Il sistema aveva dunque una tendenza centripeta: vinceva chi riusciva ad occupare il centro dello scacchiere politico.

Oggi l’elettore medio non esiste più, ciascuno è chiuso nella propria bolla personale, che può essere presa di mira con strumenti sempre più sofisticati. In uno scenario del genere, la politica diventa centrifuga. Per i nuovi leader il gioco non consiste più nell’unire le persone intorno ad un minimo comun denominatore, bensì al contrario nell’infiammare le passioni del maggior numero possibile di gruppuscoli per poi sommarli, anche a loro insaputa. Le inevitabili contraddizioni contenute nei messaggi che vengono indirizzati agli uni e agli altri restano in ogni caso in larga parte invisibili alla generalità del pubblico.

In questo paper, Giuliano da Empoli suggerisce di uscire dal terreno dell’invettiva, per cominciare a mappare sul serio i confini della terra incognita nella quale ci siamo addentrati. Così come, il secolo scorso, gli studiosi sono stati costretti ad abbandonare le certezze confortevoli, ma fuorvianti, della fisica newtoniana per iniziare l’esplorazione della meccanica quantistica, inquietante ma capace chissà come di descrivere adeguatamente la realtà, oggi noi dobbiamo rassegnarci alla fine delle vecchie logiche politiche e iniziare ad indagare le dinamiche paradossali della nuova politica quantistica.